EMERGENZA GUERRA

Guerra in Ucraina

Ancora una volta, bambini, bambine e donne sono vittime delle atrocità della guerra. Aiutaci a garantire beni di prima necessità, medicinali, attrezzature mediche e supporto psicologico. Non possiamo lasciarli soli.

 

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DUE Anni di guerra

Sono passati due anni da quel 24 febbraio 2022 e da quei primi scioccanti giorni in cui una guerra è scoppiata nel cuore dell’Europa: da quel giorno, almeno 500 bambini hanno perso la vita e oltre 1200 sono rimasti feriti. Almeno 3,3 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Donne e bambini sono, come sempre e anche qui, le prime vittime della guerra. Oltre il 40% dei minori non ha più accesso all’istruzione in modo continuativo, per non parlare di tutti quei bambini che erano fuggiti e sono rientrati nel loro Paese. Si stima che questi ultimi siano circa 630 mila. La guerra causa morte e dolore e lascia segni indelebili anche nelle mente di chi la vive.

cosa facciamo oggi

All’inizio del 2024 è stato avviato un nuovo intervento che prevede attività educative, servizi specialistici di protezione dei bambini e assistenza economica per circa 7000 persone (oltre 4500 sono minori), nelle regioni di Kharkiv, Chernhiv e Kherson.

Se le violenze di genere e gli abusi sessuali sono sempre stati piuttosto diffusi, con la guerra si sono quadruplicati. Da febbraio 2024, in due centri della città di Odessa, stiamo offrendo sostegno psicologico e un orientamento verso i servizi medico-psichiatrici e legali presenti sul territorio, a donne e ragazze vittime di violenza di genere. Inoltre, abbiamo messo a disposizione 30 posti in strutture di protezione e sovvenzioni destinate all’avvio di attività professionali e all’indipendenza economica delle partecipanti. Delle 150 donne che beneficiano attualmente del progetto, un numero significativo sono profughe.

Il tuo aiuto è fondamentale per permetterci di continuare a garantire sostegno e protezione.

LE TESTIMONIANZE

LE ULTIME NOTIZIE DA KIEV
OLGA - Mariupol, Ucraina

Olga ha 36 anni, è sposata e ha un figlio. Ricorda molto bene il 4 marzo 2022 quando un missile è caduto sulla loro casa, ferendo gravemente suo cugino. Il giorno dopo lui è morto: le ferite erano così gravi che non ce l’ha fatta. È dopo questa disgrazia che hanno deciso di cercare un rifugio più sicuro, una volta trovato ci sono rimasti per una ventina di giorni.

E’ stata un’esperienza molto dura: c’era gente malata che non poteva essere curata, feriti, persone che piangevano perché avevo perso persone care. Sentivano tutto il giorno il frastuono dei missili e dopo alcuni giorni hanno capito che venivano lanciati proprio da un carro armato situato davanti all’ingresso del rifugio. Il 24 marzo è riuscita a salire all’ottavo piano di un palazzo e a chiamare una delle sue tre sorelle in Italia.

Con il suo aiuto, alcuni volontari sono riusciti a rintracciarla e farla scappare, prima in Polonia e poi in Italia. “Qui finalmente siamo un po’ più tranquilli: io, mia mia mamma e mio figlio abbiamo hanno casa, e lui riesce ad andare a scuola che è la cosa più importante per me”. Olga frequenta il nostro Spazio Indifesa dove offriamo corsi di italiano, supporto medico, psicologico e alimentare e dove i bambini possono fare i compiti, giocare, frequentare il centro estivo.

SVITLANA - Vorzel, Ucraina

Svitlana e la sua famiglia abitavano vicino ad un aeroporto quando, il 24 febbraio 2022, hanno iniziato a vedere tanti aerei militari che atterravano. Il giorno dopo hanno deciso di nascondersi nella cantina della loro casa di campagna ma, giorno dopo giorno, diventava sempre più pericoloso restare. Una notte hanno rigonfiato le ruote della macchina (le avevano sgonfiate per non farsele rubare dai militari ceceni) e sono partiti per arrivare vicino a Žytomyr. “Ero così spaventata e sotto shock che non sentivo più mani e piedi”.

Hanno iniziato a scorrere la loro rubrica telefonica e chiamare chiunque li potesse aiutare a scappare dall’Ucraina.  L’11 marzo sono riusciti ad arrivare al confine con l’Ungheria: una volta a Budapest hanno incontrato dei volontari che li hanno portati a Milano. E’ qui che l’abbiamo conosciuta: Svitlana frequenta il nostro Spazio Indifesa dove offriamo supporto medico e psicologico, corsi di italiano, la possibilità di incontrare altre persone ucraine con le quali confrontarsi e un luogo dove i bambini possano giocare, fare i compiti, frequentare il centro estivo e tanto altro ancora. “Vorrei chiedere a tutti di non dimenticare il popolo ucraino e di ricordare che solo quando ci sarà rispetto e amore l’uno per l’altro si può ottenere la pace”.

NATALIA - Dnipro, Ucraina

Quando inizia la guerra Natalia e suo marito sono increduli, hanno paura ma pensano finirà presto. Invece, nel giro di pochi giorni si ritrovano a ospitare amici che stanno scappando da Karkiv.  “Non sapevo come spiegare alle mie figlie quello che stava succedendo. La notte non dormivo bene: rimanevo sveglia per essere pronta a scappare e mettevo a letto le mie figlie con un giubbotto per ripararle dal freddo se avessimo lasciato casa di fretta”.

Il 12 marzo, quando i bombardamenti si intensificano e vedono un missile cadere vicino casa, decidono di scappare: arrivano a Leopoli ma presto anche qui la situazione peggiora e scappano verso la Polonia. È al confine che lei e il marito si dividono: lui non può lasciare il Paese. Nell’albergo di una cittadina polacca dove lei e le figlie vengono ospitate, dei volontari le parlano della possibilità di rifugiarsi in Paesi più sicuri e lei sceglie l’Italia.

Dopo 22 ore di viaggio, arrivano a Milano. Oggi vivono in uno dei nostri appartamenti in provincia di Monza Brianza, Natalia frequenta il corso di italiano e le figlie hanno frequentato il centro estivo presso il nostro Spazio Indifesa, la piccola va alla scuola materna e la grande che segue le lezioni a distanza, dopo alcune difficoltà iniziali, sta trovando nuovi amici.

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LUCA, Operatore Terre des Hommes

“Ricordo bene quando le famiglie sono entrate negli appartamenti che abbiamo allestito nella provincia di Monza e Brianza. Per loro rappresentavano un luogo dove ritrovare un po’ di serenità ed erano tutti emozionati. Ricordo però anche la tristezza sui loro volti: non è facile ritrovarsi ad essere un rifugiato da un giorno all’altro.

Quello che spinge queste persone ad andare avanti è la profonda speranza di poter tornare presto a casa, riabbracciare i mariti, i genitori e poter recuperare la loro quotidianità. Il mio lavoro è possibile anche grazie all’aiuto della mediatrice Tatiana e della psicologa Yulia, senza di loro non sarebbe per nulla semplice.

Come gruppo siamo riusciti a rendere serena la convivenza tra le famiglie e a migliorare il rapporto tra loro, non sempre facile anche perché ci sono naturali fragilità psicologiche dovute all’esperienza vissuta. I primi mesi mi sono occupato dei documenti, di assicurare le visite mediche e psicologiche, dell’iscrizione a scuola dei bambini, dei corsi di Italiano per le madri e della stesura dei curriculum. Sono molto orgoglioso di come sta andando”.

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STEFANO, Delegato Terre des Hommes in Ucraina

“Immaginate se un ospedale pediatrico, con neonati e bambini che necessitano di cure immediate, rimane senza elettricità. O se un ospedale colmo di pazienti in attesa, tra cui feriti a causa del conflitto, non ha medicinali a sufficienza per curare tutti. Oppure se un ospedale chirurgico non ha abbastanza tavoli operatori e bisogna scegliere ogni giorno a chi dare priorità.

L’Ucraina è Europa, è un contesto nuovo rispetto a quello a cui siamo abituati e la situazione è così volatile che ogni giorno bisogna reinventarsi, abituarsi a lavorare mentre suonano le sirene e bisogna correre nei rifugi.  In questo momento stiamo lavorando a progetti di salute in diverse aree, tra cui Kharkiv e Mykolaiv, dove distribuiamo medicinali, attrezzature mediche, incubatrici.

Per far fronte all’inverno e alle frequenti interruzioni di elettricità, stiamo donando loro anche generatori e carburante Inoltre, abbiamo ristrutturato tre edifici residenziali ad Irpin: 407 appartamenti in cui vivono più di mille persone, in particolare con la riparazione del tetto, degli infissi, del rivestimento esterno e dell’impianto di riscaldamento”.

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ULIANA* beneficiaria presso uno dei centri di Odessa

“Non riuscivo a parlare con nessuno dei problemi che avevo con mio marito ma, quando finalmente l’ho fatto con mia mamma, mi ha portata al centro. Qui, la mia vita è cambiata completamente. E, oggi, posso raccontare di quello che ho vissuto e di quanto sia stato orribile, anzi, ne voglio parlare sempre, ovunque, perché è importante che le donne capiscano che, se un uomo ti picchia ma, allo stesso tempo, dice di amarti, non è vero. Non bisogna tollerare le violenze domestiche perché ci viene inculcato che è importante rispettare il proprio marito e rimanere con lui a qualunque costo, in quanto capofamiglia. Bisogna pensare anche a sé stesse e prendere il coraggio di cambiare vita.
Al centro, ho trovato protezione e sostegno psicologico. Anche i miei genitori mi hanno aiutata molto. Adesso, ho un lavoro, ho finito gli studi di psicologia, anche se ancora non me la sento di esercitare da psicologa. Farò in modo che mio figlio, la cosa migliore della mia vita, cresca onesto ed educato, e vorrei che creasse una sua famiglia serena dove i problemi si risolvono senza violenza”.

*per proteggere le beneficiarie del centro, utilizziamo nomi di fantasia e non possiamo pubblicare loro fotografie.

Il tuo aiuto in 2 anni di guerra

 

Dopo i primi giorni durante i quali abbiamo sostenuto il lavoro della nostra Federazione per offrire aiuto immediato a chi scappava verso i confini con Polonia, Bulgaria, Moldavia e Ungheria, grazie al sostegno dei nostri sostenitori, abbiamo sviluppato attività di protezione, cura, sostegno psicologico, accoglienza e mediazione culturale soprattutto in Ucraina, Polonia e in Italia.

 

  • In collaborazione con l’associazione Polish Medical Mission abbiamo distribuito medicinali e materiale medico ad ospedali e cliniche pediatriche in diverse zone e città dell’Ucraina: oltre 10mila persone hanno beneficiato di questo aiuto.
  • Abbiamo ristrutturato 4 edifici residenziali con 450 appartamenti di Irpin, che è stata designata “città eroe” in quanto distrutta per il 76% garantendo così a 192 persone case sicure, calde e dignitose in cui tornare.
  • Sono stati aperti due spazi a misura di bambino in Polonia, a Kobylka e a Cracovia, per offrire a oltre 4000 persone, (bambini e alle bambine ucraini e ai loro familiari) il sostegno psicosociale di cui hanno bisogno per esprimere le loro emozioni ed elaborare i traumi subiti a causa della guerra.
  • Alla frontiera di Tarvisio e Udine abbiamo offerto accoglienza e assistenza ad oltre 5000 persone e a Milano, nel nostro spazio Indifesa,  famiglie rifugiate hanno avuto accesso a servizi di supporto legale e psicologico, distribuzione di cibo e beni di prima necessità, corsi di italiano per adulti e bambini, orientamento lavorativo, accompagnamento e mediazione culturale, e attività ludico ricreative per i più piccoli.
  • Nella seconda metà del 2023, abbiamo portato avanti la ristrutturazione di 8 scuole nelle città di Zhytomyr e Chernihiv. Negli stessi istituti scolastici abbiamo offerto delle sessioni di formazione, per insegnanti e genitori, in assistenza psicosociale e primo soccorso psicologico.
  • Sempre a Zhytomyr e Cernihiv va avanti la distribuzione di alimenti, coperte, kit igienici famiglie in difficoltà.
  • A Mykolaiv abbiamo installato due tende che hanno offerto servizi medici di base e assistenza psicologica e psicosociale a un migliaio di persone vulnerabili, in maggioranza donne anziane.
  • In alcune aree delle regioni di Mykolaiv e Kharkiv abbiamo condotto delle campagne di sensibilizzazione sui pericoli delle mine che hanno raggiunto più di 000 persone, bambini compresi.
  • Dopo il devastante crollo della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka sul fiume Dnepr, a giugno 2023 abbiamo portato soccorso alla popolazione colpita, sostenendo i costi di trasporto da Kiev a Kherson, lo smontaggio e rimontaggio di 88 moduli prefabbricati destinati alle famiglie colpite dall’alluvione nel villaggio di Chornobaivka, oltre a 19 tende familiari attrezzate con letti, tavoli, panche, illuminazione e servizi igienici e docce da campo.
  • A Milano presso il nostro Spazio Indifesa abbiamo messo a disposizione corsi d’italiano, seguiti da 71 ucraine/i, mediazione nelle scuole per 16 bambine/i, supporto alimentare per 600 famiglie e orientamento al lavoro a 60 rifugiate/i.
  • In Friuli-Venezia Giulia una equipe costituita da una psicologa ucraina, una mediatrice e una esperta legale ha offerto sostegno psicologico, orientamento ai servizi del territorio e attività psicosociali e ricreative, nella scuola per stranieri “Ospiti in Arrivo” di Udine, e in due comunità di accoglienza di Gorizia a 267 persone, 80 delle quali minori.
    • A Besana Brianza, in Lombardia, presso una nostra casa di accoglienza, abbiamo accolto 6 famiglie ucraine, per un totale di 13 persone.
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