
EMERGENZA GUERRA
Guerra in Ucraina

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E’ ancora
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Un anno di guerra
E’ ormai passato un anno da quel 24 febbraio 2022 e dai quei primi scioccanti giorni in cui una guerra è scoppiata nel cuore dell’Europa: da quel giorno, secondo stime delle Nazioni Unite, sono stati uccisi o feriti 1280 bambini e bambine. Sono quasi 1 milione i minori sfollati interni e oltre 3 milioni i rifugiati. Nel 2023, si stima che in Ucraina 17,6 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria, il 23% sono bambini.
La Federazione Terre des Hommes lavora in Ucraina dal 2015 a supporto dei bambini più vulnerabili e questo ci ha permesso di attivarci immediatamente alla frontiera con Ungheria, Moldavia e Romania, nonché nelle rispettive capitali (Budapest, Chişinău e Bucarest) per garantire assistenza, kit igienici, protezione e supporto psicologico e psicosociale per mamme, bambini e bambine. Da quei primi giorni le nostre attività sono cresciute.
cosa facciamo oggi
Stiamo sostenendo la popolazione con distribuzione agli ospedali di medicinali, attrezzature mediche, incubatrici, generatori, carburante anche grazie al nostro partner Polish Medical Mission. Inoltre, ci siamo occupati della ristrutturazione di 407 appartamenti ad Irpin, principalmente per garantire protezione dal, freddo. In Polonia siamo attivi anche con attività di supporto psicologico e attività ludico-ricreative e corsi all’interno di centri di accoglienza. Inoltre, per diversi mesi siamo stati impegnati nell’accoglienza di profughi a Tarvisio (UD), a Udine e Milano siamo attivi con progetti di sostegno economico, medico, psicologico, corsi di italiano e attività per i bambini. Inoltre, abbiamo sistemato e allestito alcuni appartamenti che sono stati assegnati a famiglie che si sono rifugiate in Italia.
I danni provocati dalla distruzione della diga di Kakhovka nella notte tra il 5 e il 6 giugno sono devastanti: per i bambini, le famiglie, l’ambiente.
Manca l’acqua da bere, il cibo e le case sono distrutte o danneggiate. “Da una prima ricognizione c’è bisogno urgente di portare acqua potabile, pompe per aspirare l’acqua contaminata e piena di detriti, generatori per l’energia elettrica, bombole di gas e gommoni per spostarsi nelle aree già coperte dal fiume esondato e far evacuare le persone e i loro animali.” Ci ha comunicato poco fa, con un veloce messaggio WhatsApp, Bruno Neri il nostro responsabile dei progetti in aree di emergenza, inclusa l’Ucraina.
C’è bisogno urgente del tuo aiuto: dobbiamo garantire un rifugio e l’immediata sicurezza alla popolazione a rischio, dare una risposta al bisogno di acqua e cibo e aiutare psicologicamente i bambini che soffrono un nuovo trauma che si va ad aggiungere a quello della guerra.
Al momento, grazie alla collaborazione con i nostri partner possiamo intervenire SUBITO a Bilozerka dove ci sono 120 famiglie che hanno bisogno di tutti noi.
Sappiamo di poter contare su di te. Servono almeno due gommoni per trasportare le persone e giubbotti salvagente oltre a cibo e acqua da bere.
Grazie per quanto potrai fare. Grazie per essere insieme a noi, a fianco dei più vulnerabili.


OLGA - Mariupol, Ucraina
Olga ha 36 anni, è sposata e ha un figlio. Ricorda molto bene il 4 marzo 2022 quando un missile è caduto sulla loro casa, ferendo gravemente suo cugino. Il giorno dopo lui è morto: le ferite erano così gravi che non ce l’ha fatta. È dopo questa disgrazia che hanno deciso di cercare un rifugio più sicuro, una volta trovato ci sono rimasti per una ventina di giorni.
E’ stata un’esperienza molto dura: c’era gente malata che non poteva essere curata, feriti, persone che piangevano perché avevo perso persone care. Sentivano tutto il giorno il frastuono dei missili e dopo alcuni giorni hanno capito che venivano lanciati proprio da un carro armato situato davanti all’ingresso del rifugio. Il 24 marzo è riuscita a salire all’ottavo piano di un palazzo e a chiamare una delle sue tre sorelle in Italia.
Con il suo aiuto, alcuni volontari sono riusciti a rintracciarla e farla scappare, prima in Polonia e poi in Italia. “Qui finalmente siamo un po’ più tranquilli: io, mia mia mamma e mio figlio abbiamo hanno casa, e lui riesce ad andare a scuola che è la cosa più importante per me”. Olga frequenta il nostro Spazio Indifesa dove offriamo corsi di italiano, supporto medico, psicologico e alimentare e dove i bambini possono fare i compiti, giocare, frequentare il centro estivo.
SVITLANA - Vorzel, Ucraina
Svitlana e la sua famiglia abitavano vicino ad un aeroporto quando, il 24 febbraio 2022, hanno iniziato a vedere tanti aerei militari che atterravano. Il giorno dopo hanno deciso di nascondersi nella cantina della loro casa di campagna ma, giorno dopo giorno, diventava sempre più pericoloso restare. Una notte hanno rigonfiato le ruote della macchina (le avevano sgonfiate per non farsele rubare dai militari ceceni) e sono partiti per arrivare vicino a Žytomyr. “Ero così spaventata e sotto shock che non sentivo più mani e piedi”.
Hanno iniziato a scorrere la loro rubrica telefonica e chiamare chiunque li potesse aiutare a scappare dall’Ucraina. L’11 marzo sono riusciti ad arrivare al confine con l’Ungheria: una volta a Budapest hanno incontrato dei volontari che li hanno portati a Milano. E’ qui che l’abbiamo conosciuta: Svitlana frequenta il nostro Spazio Indifesa dove offriamo supporto medico e psicologico, corsi di italiano, la possibilità di incontrare altre persone ucraine con le quali confrontarsi e un luogo dove i bambini possano giocare, fare i compiti, frequentare il centro estivo e tanto altro ancora. “Vorrei chiedere a tutti di non dimenticare il popolo ucraino e di ricordare che solo quando ci sarà rispetto e amore l’uno per l’altro si può ottenere la pace”.
NATALIA - Dnipro, Ucraina
Quando inizia la guerra Natalia e suo marito sono increduli, hanno paura ma pensano finirà presto. Invece, nel giro di pochi giorni si ritrovano a ospitare amici che stanno scappando da Karkiv. “Non sapevo come spiegare alle mie figlie quello che stava succedendo. La notte non dormivo bene: rimanevo sveglia per essere pronta a scappare e mettevo a letto le mie figlie con un giubbotto per ripararle dal freddo se avessimo lasciato casa di fretta”.
Il 12 marzo, quando i bombardamenti si intensificano e vedono un missile cadere vicino casa, decidono di scappare: arrivano a Leopoli ma presto anche qui la situazione peggiora e scappano verso la Polonia. È al confine che lei e il marito si dividono: lui non può lasciare il Paese. Nell’albergo di una cittadina polacca dove lei e le figlie vengono ospitate, dei volontari le parlano della possibilità di rifugiarsi in Paesi più sicuri e lei sceglie l’Italia.
Dopo 22 ore di viaggio, arrivano a Milano. Oggi vivono in uno dei nostri appartamenti in provincia di Monza Brianza, Natalia frequenta il corso di italiano e le figlie hanno frequentato il centro estivo presso il nostro Spazio Indifesa, la piccola va alla scuola materna e la grande che segue le lezioni a distanza, dopo alcune difficoltà iniziali, sta trovando nuovi amici.

LUCA, Operatore Terre des Hommes
“Ricordo bene quando le famiglie sono entrate negli appartamenti che abbiamo allestito nella provincia di Monza e Brianza. Per loro rappresentavano un luogo dove ritrovare un po’ di serenità ed erano tutti emozionati. Ricordo però anche la tristezza sui loro volti: non è facile ritrovarsi ad essere un rifugiato da un giorno all’altro.
Quello che spinge queste persone ad andare avanti è la profonda speranza di poter tornare presto a casa, riabbracciare i mariti, i genitori e poter recuperare la loro quotidianità. Il mio lavoro è possibile anche grazie all’aiuto della mediatrice Tatiana e della psicologa Yulia, senza di loro non sarebbe per nulla semplice.
Come gruppo siamo riusciti a rendere serena la convivenza tra le famiglie e a migliorare il rapporto tra loro, non sempre facile anche perché ci sono naturali fragilità psicologiche dovute all’esperienza vissuta. I primi mesi mi sono occupato dei documenti, di assicurare le visite mediche e psicologiche, dell’iscrizione a scuola dei bambini, dei corsi di Italiano per le madri e della stesura dei curriculum. Sono molto orgoglioso di come sta andando”.
MARTINA, Capo Programmi Terre des Hommes Ucraina
“Immaginate se un ospedale pediatrico, con neonati e bambini che necessitano di cure immediate, rimane senza elettricità. O se un ospedale colmo di pazienti in attesa, tra cui feriti a causa del conflitto, non ha medicinali a sufficienza per curare tutti. Oppure se un ospedale chirurgico non ha abbastanza tavoli operatori e bisogna scegliere ogni giorno a chi dare priorità.
L’Ucraina è Europa, è un contesto nuovo rispetto a quello a cui siamo abituati e la situazione è così volatile che ogni giorno bisogna reinventarsi, abituarsi a lavorare mentre suonano le sirene e bisogna correre nei rifugi. In questo momento stiamo lavorando a progetti di salute in diverse aree, tra cui Kharkiv e Mykolaiv, dove distribuiamo medicinali, attrezzature mediche, incubatrici.
Per far fronte all’inverno e alle frequenti interruzioni di elettricità, stiamo donando loro anche generatori e carburante Inoltre, abbiamo ristrutturato tre edifici residenziali ad Irpin: 407 appartamenti in cui vivono più di mille persone, in particolare con la riparazione del tetto, degli infissi, del rivestimento esterno e dell’impianto di riscaldamento”.
SVITLANA, Psicologa Terre des Hommes a Udine
“Mi chiamo Svitlana, sono psicologa e sono ucraina. Da un anno lavoro con i bambini e le bambine fuggiti dalla guerra che affligge il mio Paese e che sono arrivati in Italia, è un’esperienza che mi permette di conoscere da vicino situazioni drammatiche, uniche, speciali. Incontro bambini che si spaventano al passaggio di un tagliaerba, di un grosso camion o di un aereo. Ogni rumore forte li fa sobbalzare, piangere, nascondere in un angolo.
Sono bambini che sono stati tanto tempo nei bunker, che sentivano le sirene suonare e il frastuono dei bombardamenti. Sono bambini segnati per sempre e che stiamo aiutando con sostegno psicologico, attività ricreative, corsi di lingua: tutto ciò di cui c’è bisogno per riprendere una vita normale e per ricordare che ci sono aerei innocui e rumori di cui possono non aver paura. Sto cercando di imparare anche io l’italiano e qui a Udine mi trovo molto bene.
Certo, penso a familiari e amici in Ucraina e io stessa sto affrontando una situazione totalmente nuova per me. Mai avrei immaginato di utilizzare le mie competenze in questo contesto e con i miei stessi concittadini”.
Il tuo aiuto in 12 mesi di guerra
Dopo i primi giorni durante i quali abbiamo sostenuto il lavoro della nostra Federazione per offrire immediato a chi scappava verso i confini con Polonia, Bulgaria, Moldavia e Ungheria, grazie al supporto dei nostri sostenitori abbiamo sviluppato attività di protezione, cura, sostegno psicologico, accoglienza e mediazione culturale soprattutto in Ucraina, Polonia e in Italia.
- In collaborazione con l’associazione Polish Medical Mission distribuiamo medicinali e materiale medico ad ospedali e cliniche pediatriche in diverse zone e città dell’Ucraina: oltre 10mila persone hanno beneficiato di questo aiuto.
- Due punti salute sono stati installati a Mykolaiv dove in sei mesi oltre 1.000 persone hanno usufruito del servizio psicologico e medico offerto
- Abbiamo ristrutturato 4 edifici residenziali con 450 appartamenti di Irpin, che è stata designata “città eroe” in quanto distrutta per il 76% garantendo così a 192 persone case sicure, calde e dignitose in cui tornare.
- Sono stati aperti due spazi a misura di bambino in Polonia, a Kobylka e a Cracovia, per offrire a oltre 4000 persone, (bambini e alle bambine ucraini e ai loro familiari) il sostegno psicosociale di cui hanno bisogno per esprimere le loro emozioni ed elaborare i traumi subiti a causa della guerra.
- Alla frontiera di Tarvisio e Udine abbiamo offerto accoglienza e assistenza ad oltre 5000 persone e a Milano, nel nostro spazio Indifesa, 400 famiglie rifugiate hanno accesso a servizi di supporto legale e psicologico, distribuzione di cibo e beni di prima necessità, corsi di italiano per adulti e bambini, orientamento lavorativo, accompagnamento e mediazione culturale, e attività ludico ricreative per i più piccoli.
- Abbiamo allestito e messo a disposizione due appartamenti in provincia di Monza e Brianza che oggi ospitano 12 persone tra donne e minori.